DEXA nei pazienti speciali: bariatrici, oncologici e anziani fragili
La densitometria ossea (DEXA) è lo strumento di riferimento per la valutazione della densità minerale ossea e del rischio di frattura. Tuttavia, nei pazienti con condizioni cliniche particolari, come quelli sottoposti a chirurgia bariatrica, pazienti oncologici o anziani fragili, l’interpretazione dei risultati presenta sfide specifiche che richiedono attenzione e protocolli dedicati.

PAZIENTI BARIATRICI
Dopo chirurgia bariatrica (sleeve gastrectomy, bypass gastrico), si osserva spesso una rapida riduzione di peso che coinvolge sia il tessuto adiposo che la massa magra, quest’ultima fondamentale per la salute scheletrica. Inoltre, il malassorbimento di calcio e vitamina D aumenta il rischio di perdita ossea.
Dal punto di vista tecnico, il peso corporeo elevato può superare i limiti fisici del lettino DEXA e il pannicolo adiposo può introdurre artefatti nelle scansioni lombari e femorali. Dopo la perdita di peso, i cambiamenti nella composizione corporea possono far sembrare più marcata la riduzione della densità ossea.
Le linee guida raccomandano una valutazione DEXA pre-operatoria e follow-up regolari nei mesi successivi, associati a supplementazione di calcio e vitamina D e programmi di esercizio fisico per preservare la massa muscolare

Pazienti oncologici
Numerosi trattamenti antitumorali, come inibitori dell’aromatasi, deprivazione androgenica e corticosteroidi, accelerano la perdita ossea. Nei pazienti oncologici il rischio di osteoporosi è quindi superiore, aggravato da malnutrizione, ridotta attività fisica e infiammazione cronica.
La DEXA è raccomandata come valutazione di base nei pazienti in trattamento e nei soggetti con rischio aumentato di frattura. Le linee guida ESMO sottolineano l’importanza di monitoraggi periodici e di una gestione integrata che includa supplementazione di calcio e vitamina D e attività fisica

Anziani fragili
Negli anziani fragili la DEXA resta fondamentale per valutare il rischio di frattura, ma sono frequenti difficoltà pratiche: dolori, deformità vertebrali, scoliosi o protesi possono alterare la precisione della misura. Artefatti vertebrali, ad esempio, possono far apparire falsamente elevata la densità lombare.
In questi casi può essere utile analizzare anche altri siti scheletrici, come il femore prossimale o il polso, e integrare la valutazione con altri indici clinici di fragilità e rischio caduta.
La DEXA è uno strumento insostituibile per la valutazione della salute ossea, ma nei pazienti speciali richiede protocolli di utilizzo e interpretazione dedicati. Chirurgia bariatrica, terapie oncologiche e fragilità senile rappresentano condizioni ad alto rischio di perdita ossea, per le quali lo screening precoce e il follow-up mirato permettono diagnosi tempestive e interventi efficaci di prevenzione delle fratture.